giovedì 26 settembre 2013

Quel geniaccio di Einstein

Einstein che genio


Che invidia! Deve essere stato eccezionale essere un genio come Albert Einstein.
Ma non è per le grandi scoperte, per il premio Nobel, per aver teorizzato la relatività, l'invidia è per quello che doveva essere nella sua vita quotidiana.

Mi spiego meglio, un genio come Einstein avrà avuto anche lui i suoi problemi, le sue pulsioni e le sue passioni, ma immagino che quella mente così eccelsa abbia potuto processare tutto in maniera assolutamente diversa.

Ad esempio Einstein che aspetta l'autobus si sarebbe annoiato oppure avrebbe messo in moto il suo ingegno, la sua mente e avrebbe trascorso il tempo di attesa immaginando mondi fantastici, particelle di luce che si rincorrono, materia che si espande e si restringe, Big Bang.

I comuni mortali alla fermata, guardano qualche ragazza che passa, pensano alla lista della spesa, a quel gran bastardo del loro capo, immaginano una bella isola tropicale, oppure sono assillati dalle tasse, dalle spese da pagare o anche preoccupati per la salute o per l'andamento della vita in generale. Se, invece appena, appena fossero più rilassati i non geni penserebbero a quali torture sottoporre i dipendenti dell'azienda di trasporti o farebbero quattro chiacchiere con qualche viaggiatore.

Einstein no, non lo vedo proprio imprecare per il ritardo dell'autobus, o chiacchierare amabilmente argomentando sul tempo o sulla squadra del cuore.

Peccato non essere geni, peccato non essere nato Einstein.

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