martedì 24 settembre 2013

L'Isola che c'è

Un'isola è un'isola. Quando sei su un'isola sai che tante cose non le puoi fare , sai che lo spazio è tale che devi fartelo bastare. E' bello, però vivere su un'isola, stai meglio con te stesso, con la tua anima, poi quando decidi di tornare tra la gente l'abbandoni. Lasci la tua isola e raggiungi la terraferma.
Io non posso!!
Io sono un esule, un prigioniero, non posso muovermi. Mi hanno messo alle calcagna, un rude e poco intelligente soldato che non mi fa allontanare nemmeno per un o' di chilometri.
Imbecille!
Che si puo' fare su un'isola per non morire di tedio?

Io detto le mie memorie, perchè di ricordi ne ho tanti e di cose ne ho fatte nella ia vita, soldato, generale, Console, Imperatore. Insomma soddisfatto sono soddisfatto solo che non pensavo di trascorrere gli ultimi anni della mia vita su un'isola malsana.
Avevo immaginato anche una prigione, ma un'isola no, nemmeno nei miei peggiori sogni l'avevo immaginata.
Può essere dolce vivere su un'isola, ma io sento solo l'amaro. Non so niente del mondo, ogni tanto arriva un vecchio giornale da cui apprendo principalmente di morti. I miei compagni d'arme che a uno a uno se ne vanno via. Solo i traditori rimangono sempre vivi.
Lontano da quest'isola ho un figlio, anzi due e forse tre, e non li posso vedere nè posso corrispondere con loro con qualche lettera. Potrei essere pericoloso, molto pericoloso. Così pensano quelli che ora governano il mondo. Un padre che parla col figlio un pericolo!
Eppure io era stato stato sempre generoso con i miei nemici, non li avevo mai umiliati; battutti sul campo di battaglia sì, sempre, bastonati a suon di tasse anche, ma avevo sempre lasciato loro la dignità.
Per me oggi non è così, cerco di essere forte, di rimanere l'Imperatore, anche se loro mi chiamano sempre generale, ma io non cedo, almeno esteriormente. Dentro di me l'abbattimento comincia a farsi strada. Non ho più dalla mia la giovane età, non ho più dalla mia quella "sorte" che sembrava accompagnasse ogni mio passo,non ho più la mia famiglia, non ho più i miei fedeli amici.
So che non mi restano molti anni da vivere, questo clima poco salutare, la mancanza di movimento e di obiettivi fiaccheranno la mia mente e il mio corpo, ma so che non sarò vissuto invano. Di errori ne ho fatti, anche tanti, ma il mio cuore è stato sempre fedele ai valori e ai principi della Rivoluzione: uomini liberi, eguali davanti alla legge. Un mondo per i migliori che non dimentica i più sfortunati, un'Europa unita senza più guerre o divisioni. Lo so mi accuseranno per le guerre, per i tanti morti, per i tanti lutti e per il dolore di un'intera generazione, ma io la guerra non l'ho mai voluta, erano gli altri che continuamente cercavano di abbatermi, ma non ero io che dovevo morire, ma le idee che i nostri eserciti portavano in tutte le lande dell'Europa. Mi ricorderanno, lo so che verrò ricordato perché tanto ho fatto e tanto ho rappresentato, non solo per il popolo francese. Spero che i posteri mi ricordino per un uomo di pace costretto a fare la guerra.

Nessun commento:

Posta un commento