giovedì 26 settembre 2013

Marilyn Monroe e la gioia di vivere


Marilyn voleva vivere, ma morì sola con accanto un tubetto di barbiturici.
Marilyn non voleva morire, ma qualcuno non voleva che vivesse.
Marilyn era la bellezza assoluta.
Marilyn era la vita, ma  la morte l'ha portata via
Marilyn oggi vive ancora perchè nessuno l'ha dimenticata.
Marilyn era la noia, la tristezza, la depressione.
Marilyn era il sogno dei soldati, ma anche dei potenti.
Marilyn poteva squassare l'America e forse per questo che è morta.
Marilyn consolava, ma non era consolata.
Marilyn era amata, ma non conosceva l'Amore.
Marilyn sfruttata, Marilyn abbandonata.
Marilyn nei cuori dei puri.
Marilyn non è morta!


Come aumentare le visite di un blog

Come aumentare le visite al tuo blog

E' un bel pezzo che me lo chiedo, come si fa a far arrivare alle pagine del tuo blog qualche migliao di visitatori fedeli, come si fa ad avere quelle centinaia di commenti che fanno la fortuna dei blogger più famosi!

SEO, SEM, Marketing le sigle e i modi che leggo essere utili sono tantisssimi, qualcosa cerco di applicare, ma i risultati sono pessimi.

Serp di Google, Crawler termini astrusi che stann oa spiegare come i motori di ricerca indicizzano il tuo blog per farlo comparire nelle prime pagine così che gli utenti ci clicchino con continuità e assiduità.

Se questo è l'unico modo per farsi conoscere, per far sapere il mio pensiero, allora mi arrendo, perchè non riuscirò mai a capire perchè un adolescente un pò imbecille scrive cia mondo e riceve migliaia di visite e centinaia di commenti e un altro che scrive un trattato di filologia romanza se lo legge da solo o quasi.
Potenza di Internet, della rete di Google e tutto quanto il resto.

Keywords, Facebook, Twitter: trova le parole giuste per indicizzare il blog, pubblicizzalo su Facebook, su Twitter e su altri centinaia di Social Network; lo fai, ma ti arivano i soliti 22 che per puro sbaglio si sono imbattuti in qualche tuo scritto.
Al diavolo Google, le keywords e tutto il SEo i i suoi guru, io scrivo se qualcuno mi vuole leggere mi legga pure altrimenti mi leggerò da solo e riderò dei miei strafalcioni dei miei errori di ortografia, delle mie astruse teorie, del mio mondo sbagliato.

Sarò felice lo stesso se non riuscirò ad arrivare in prima pagina di Google, anche se lo ammetto che un po' mi piacerebbe. Sì forse la mia è solo invidia per quelli che ci sono riusciti e rabbia per la mia incapacità, ma non mi arrendo un giorno anch'io avrò il mio pezzo di notorietà!!


Quel geniaccio di Einstein

Einstein che genio


Che invidia! Deve essere stato eccezionale essere un genio come Albert Einstein.
Ma non è per le grandi scoperte, per il premio Nobel, per aver teorizzato la relatività, l'invidia è per quello che doveva essere nella sua vita quotidiana.

Mi spiego meglio, un genio come Einstein avrà avuto anche lui i suoi problemi, le sue pulsioni e le sue passioni, ma immagino che quella mente così eccelsa abbia potuto processare tutto in maniera assolutamente diversa.

Ad esempio Einstein che aspetta l'autobus si sarebbe annoiato oppure avrebbe messo in moto il suo ingegno, la sua mente e avrebbe trascorso il tempo di attesa immaginando mondi fantastici, particelle di luce che si rincorrono, materia che si espande e si restringe, Big Bang.

I comuni mortali alla fermata, guardano qualche ragazza che passa, pensano alla lista della spesa, a quel gran bastardo del loro capo, immaginano una bella isola tropicale, oppure sono assillati dalle tasse, dalle spese da pagare o anche preoccupati per la salute o per l'andamento della vita in generale. Se, invece appena, appena fossero più rilassati i non geni penserebbero a quali torture sottoporre i dipendenti dell'azienda di trasporti o farebbero quattro chiacchiere con qualche viaggiatore.

Einstein no, non lo vedo proprio imprecare per il ritardo dell'autobus, o chiacchierare amabilmente argomentando sul tempo o sulla squadra del cuore.

Peccato non essere geni, peccato non essere nato Einstein.

Giacomo Leopardi e la natura matrigna

Giacomo Leopardi, quello del colle dell'Infinito.


Sempre caro mi fu quest'ermo colle...

Chi nella sua vita non si è sentito simile al poeta di Recanati?
Chi non ha mai pensato all'inadeguatezza di questa vita,alla noia, all'angoscia che spesso proviamo?

Lui fu un poeta sublime ed ebbe il modo di esprimere quello che il suo cuore provava, noi oggi possiamo leggere, pensare al suo stato d'animo e confrontarlo col nostro.
Nulla di più, però. Noi siamo più sfortunati, tutto quello che abbiamo dentro non lo possiamo esprimere, o meglio lo possiamo fare, anche qui su questo blog, sapendo però che nessuno leggerà mai le nostre parole.

Sempre caro mi fu quest'ermo colle

Giacomo si poteva rifugiare sul colle solitario a pensare, recanati era ed è un piccolo borgo. Oggi ci è vietata anche questa consolazione. La vita scorre veloce: tram, metro, treno, bambini, mogli, soldi, bollette, tasse.

Pensare? Sì pensare, ma non alle passate stagioni, ma solo al futuro che vediamo sempre più fosco.

Ah come ti invidio Leopardi!

mercoledì 25 settembre 2013

Che noia!

Che noia ascoltare sempre le stesse cose.
Sono proprio accanto a me, parlano di affari! Comprano computer o meglio grandi computer o ancora meglio infrastrutture informatiche. Ma serviranno questi computer?
Come sarebbe bello un mondo senza tecnologia, un bel ritorno allo stato naturale.
Mi vengono in mente quei film catastrofici, quelli che il mondo si salva dopo un enorme distruzione. Rimangono pochi uomini che devono cominciare tutto daccapo.
L'alba di una nuova era, l'età dell'oro di cui parlava Virgilio.
Virgilio il mago, peccato non avesse ragione perchè il mondo morirà, ma non risorgerà!

martedì 24 settembre 2013

Ma cosa aspetti!

Aspettare che cosa stupida!
Non fai non agisci, ma aspetti. Attesa, pazienza come quei cinesi che guardano il fiume dove dovrebbe passare il cadavere dei loro nemici. E se muoiono prima loro? E se c'è un altro che aspetta loro? Che succede si aspettano a vicenda. Non questa cosa di aspettare dei cinesi non l'ho mai capita e nemmeno mi piace.
Non mi piace aspettare, non mi piace nemmeno nella vita quotidiana, non mi piace fare le fila, non mi piace attendere il mio turno dal dottore, mi annoio ad aspettare l'autobus o il treno, mi arrabbio se qualcuno è in ritardo e mi fa aspettare.
Eppure c'è gente che vive aspettando. Aspetta l'amore, aspetta di vincere alle lotterie, aspetta di diventare ricco.
Aspetta e muore aspettando.
Perchè aspettando, aspettando, arriva lei col suo sorriso che ti dice, ma cosa aspetti vieni con me. E tu vorresti dire alla nera signora che stai aspettando di vivere, ma il tempo che avevi è trascorso, passato non c'è più. Allora non aspettare, vivi!

L'Isola che c'è

Un'isola è un'isola. Quando sei su un'isola sai che tante cose non le puoi fare , sai che lo spazio è tale che devi fartelo bastare. E' bello, però vivere su un'isola, stai meglio con te stesso, con la tua anima, poi quando decidi di tornare tra la gente l'abbandoni. Lasci la tua isola e raggiungi la terraferma.
Io non posso!!
Io sono un esule, un prigioniero, non posso muovermi. Mi hanno messo alle calcagna, un rude e poco intelligente soldato che non mi fa allontanare nemmeno per un o' di chilometri.
Imbecille!
Che si puo' fare su un'isola per non morire di tedio?

Io detto le mie memorie, perchè di ricordi ne ho tanti e di cose ne ho fatte nella ia vita, soldato, generale, Console, Imperatore. Insomma soddisfatto sono soddisfatto solo che non pensavo di trascorrere gli ultimi anni della mia vita su un'isola malsana.
Avevo immaginato anche una prigione, ma un'isola no, nemmeno nei miei peggiori sogni l'avevo immaginata.
Può essere dolce vivere su un'isola, ma io sento solo l'amaro. Non so niente del mondo, ogni tanto arriva un vecchio giornale da cui apprendo principalmente di morti. I miei compagni d'arme che a uno a uno se ne vanno via. Solo i traditori rimangono sempre vivi.
Lontano da quest'isola ho un figlio, anzi due e forse tre, e non li posso vedere nè posso corrispondere con loro con qualche lettera. Potrei essere pericoloso, molto pericoloso. Così pensano quelli che ora governano il mondo. Un padre che parla col figlio un pericolo!
Eppure io era stato stato sempre generoso con i miei nemici, non li avevo mai umiliati; battutti sul campo di battaglia sì, sempre, bastonati a suon di tasse anche, ma avevo sempre lasciato loro la dignità.
Per me oggi non è così, cerco di essere forte, di rimanere l'Imperatore, anche se loro mi chiamano sempre generale, ma io non cedo, almeno esteriormente. Dentro di me l'abbattimento comincia a farsi strada. Non ho più dalla mia la giovane età, non ho più dalla mia quella "sorte" che sembrava accompagnasse ogni mio passo,non ho più la mia famiglia, non ho più i miei fedeli amici.
So che non mi restano molti anni da vivere, questo clima poco salutare, la mancanza di movimento e di obiettivi fiaccheranno la mia mente e il mio corpo, ma so che non sarò vissuto invano. Di errori ne ho fatti, anche tanti, ma il mio cuore è stato sempre fedele ai valori e ai principi della Rivoluzione: uomini liberi, eguali davanti alla legge. Un mondo per i migliori che non dimentica i più sfortunati, un'Europa unita senza più guerre o divisioni. Lo so mi accuseranno per le guerre, per i tanti morti, per i tanti lutti e per il dolore di un'intera generazione, ma io la guerra non l'ho mai voluta, erano gli altri che continuamente cercavano di abbatermi, ma non ero io che dovevo morire, ma le idee che i nostri eserciti portavano in tutte le lande dell'Europa. Mi ricorderanno, lo so che verrò ricordato perché tanto ho fatto e tanto ho rappresentato, non solo per il popolo francese. Spero che i posteri mi ricordino per un uomo di pace costretto a fare la guerra.

Maledetto Crystal Palace

La scommessa perfetta 6 squadre due pareggi. Con soli 2 euro ne potevo vincere 150. Una piccola cifra?. Può darsi, ma in questi tempi di ristrettezze economiche anche 150 euro avrebbero fatto comodo. Certo era difficile beccare quei due pareggi in Bundesliga: Friburgo e Stoccarda.

E invece no li becco. Lo Stoccarda anche con fatica e un pizzico di fortuna, perchè fallisce un rigore al 94°. Segno del destino!

Un over all'Arsenal che non tradisce, il gol nel derby di Manchestermi fa sudare un po' perche lo United ne becca 4 dal City, ma ne segna uno solo allo scadere.
Resta una sola partita:Crystal Palace- Stoke City. La mia scommessa è gol, cioè entrambe le squadre devono segnare
Lo Stoke passa in vantaggio  dopo appena due minuti. accolgo la notizia con piacere, ora la squadra di casa cercherà di pareggiare e io vinco la mia sommetta. Il tempo passa leggo che il Crystal attacca, ma non segna. Finisce il primo tempo. Nella ripresa lo Stoke raddoppia, comincio ad andare in ansia, ma non sono preoccupato. Cavolo in Inghilterra segnano sempre, vuoi vedere che questi non fanno almeno il gol della bandiera. Mancano dieci minuti, poi cinque, poi il recupero.
Niente il Crystal palace non segna e io perdo 150 euro.

Mi telefona un amico che invece trionfante ne ha vinti 750 di euro. Giornata rovinata per colpa del Crystal Palace.
Maledetto Crystal palace


lunedì 23 settembre 2013

Vincere alle scommesse sul calcio

Vincere una "bolletta" sulle scommesse calcistiche sembra facile, ma non lo è.


Uno pensa mica è come il totocalcio di una volta, quando era necessario imbroccare tutti e 13 risultati, oggi le partite le scegli tu, tu decidi il numero di partite su cui puntare i tuoi soldi. Tutto semplice. Nemmeno per sogno. Le scommesse sul calcio sono alla fine una iattura pechè ci si accanisce. Si prova prima a giocare le partite semplice, quelle che sembrano scontate, probabilmente qualche vinci pure pochi euro, ma la cosa non ti soddisfa. Allora pensi al salto di qualità.

Scommetti di più

Sì questa è la soluzione che tutti adottano. Perchè una sola scommessa? Proviamo almeno con due: la prima che mi permetterebbe di vincere molti soldi la seconda meno rischiosa con una vincita più bassa. Nemmeno questa strada porta a risultati soddisfacenti. Allora provi con la statistica e la probabilità. Diventi un esperto di cose calcistiche, conosci tutte le squadre del mondo comprese le cinesi e giapponese. Impari i nomi dei giocatori più importanti, i rigoristi delle squadre. Insomma ti fai una cultura calcistica che nemmeno un esperto di calciomercato può vantare. Tutto questo per una scommessa sul calcio che vuoi vincere a tutti i costi

Poi la depressione o la patologia

Il finale di questa storia è già scritto e porta inevitabilmente verso due possibili epiloghi. Il primo è la depressione, capisci che tu non vincerai mai qualunque sia il sistema, la strada utilizzata. Tanto lo vedi che qualche tuo amico che manco conosce la differenza tra calcio d'angolo e calcio di rigore vince più spesso di te. Ti convinci che è solo una questione di fortuna. Allora smetti di giocare.

La seconda strada è quella più pericolosa perchè porta direttamente alla pulsione patologica. In questo caso non ti arrendi giochi sempre di più e scommetti su tutto: calcio, basket, pallavolo.
Ti rovini perchè il gioco non ha mai arricchito nessuno. Maledette scommesse sul calcio. Non era meglio il vecchio Totocalcio?

domenica 22 settembre 2013

Lettera d'amore

Generale a 24 anni e incaricato di guidare un esercito, ma anche sposo da pochi giorni.


La sua donna è una vedova con due figli, bella, esperta, ammaliante e lui ne è perdutamente innamorato.
Lei forse non lo ama, quell'uomo le è piombato davanti come un fulmine, non si sarebbe mai arreso l'avrebbe sposata. Lei aveva bisogno di un marito, di una persona che in qualche modo poteva pagare le sue spese e le sue spese non erano poche. Ma d'altra parte vivere a Parigi, frequentare la gente giusta aveva i suoi costi.
Questo generale, pallido emaciato, ma pieno di sè poteva essere la soluzione, glielo aveva raccomandato anche un suo potente amico o meglio amante.

Lui vince ogni battaglia, 


si sbarazza facilmente di ogni esercito che gli si para davanti sembra preso da una febbre che gli imponga di fare presto. Sì presto peché ha voglia di rivedere la sua sposa. Non vuole perdere il contatto con Lei, quindi le scrive ogni giono. Lettere d'amore e di passione. le racconta della sua vita delle sue sensazioni dei suoi timori, ma principalmente la implora.
Implora il suo amore, la sua considerazione.
La sposa, invece pensa a divertirsi e anche tanto. Non è nemmeno fedele, d'altra parte non è mai stata.
Il cuore di lui trabocca di un'insana passione, la vuole vicino, la vuole amre, la vuole toccare, i suoi sensi non resistono alla lontananza.

Un'altra lettera d'amore

Sempre più appassionato, ora una sola lettera al giorno non basta, ne scrive due ne scrive tre, le dice di raggiungerlo. Lei non vuole allontanarsi da Parigi. Lui la reclama.
Allora lei finge di essere incinta. Lui si acquieta, la maternità per lui che ha il culto della famiglia è un qualcosa di sacro. Poi si accorge dell'inganno. Lei è costretta a seguirlo.
Scoppia l'amore, scoppia la passione.

Potenza di una lettera d'amore

venerdì 20 settembre 2013

L'uomo inesistente

Molti anni fa avevo letto di un Cavaliere inesistente in un libro scritto da Calvino.
Una persona inesistente esiste, ma poi non esiste. Un paradosso letterario.
Ho scoperto, invece a mio spese che si può essere inesistenti, nel senso che esisti parli, ti muovi, fai cose, ma gli altri sembrano non accorgersene. Loro parlano, discutono, ridono, litigano, fanno tutto come se tu non ci fossi. Tu stai lì diligente cerchi di farti notare, ma questo non accade.
Allora pensi di aver fatto qualcosa di sbagliato, cerchi di rimediare, ma non succede niente resti come prima: un uomo inesistente.
Scopri allora che esisti ai loro occhi , ma che hanno deciso scientemente di ignorarti. Non lo fanno per farti reagire, per farti sbraitare non è una provocazione. Loro ti ignorano perchè non ti considerano, hanno deciso che la vita, la loro vita può andare avanti senza di te.
Un uomo inesistente non può reagire, perchè non esiste.
E' un paradosso reale, tu esisti ma non esisti per gli altri. Complicato rimediare. Se protesti loro ti allontaneranno definitivamente facendoti diventare lontano e inesistente, se non dici nulla continui a non esistere.

L'ultimo canestro

L'ultimo canestro l'aveva segnato molti anni prima in un campetto di periferia. Lui era solo un giocatore di campetti, non era adatto al parquet dei palazzetti, lì la sua classe scompariva d'incanto. Una maledizione!
Tanto era bravo per strada, tanto era un disastro al chiuso!
Però l'ultimo canestro lo ricordava bene. Aveva deciso di far vedere chi era e aveva lanciato la sfida del secolo: avrebbe affrontato uno contro uno tutti i più forti giocatori di basket del pianeta.
Quasi tutti accettarono la sfida. il basket era la loro vita!
Li eliminò tutti uno dopo l'altro in un'unica grande serata. Un solo avversario rimase in campo, era il più forte.
Aveva deciso di affrontarlo per ultimo. Ciuff, Ciuff, Ciuff per tre volte sentì il rumore della palla nella retina, ma non erano suoi i tiri. Le forze gli mancavano, ma non voleva cedere. Strinse i denti, ricordò tutte le sfide che aveva fatto in quegli anni. Chiese una sospensione. Si dissetò bevendo coca cola annacquata, poi si fece dare il pallone.
Ancora Ciuff, ciuff, ciuff , questa volta però i tiri erano suoi, parità perfetta parità.
Palla all'avversario, tiro, la palla danza sul ferro. Esce! Il rimbalzo, due palleggi e poi il tiro.
Ciuff! L'ultimo canestro, poi i ricordi svanirono. Gli dissero che era svenuto per la fatica, dopo che aveva eliminato 20 avversari.

Sono il figlio di Napoleone

Sono il figlio di Napoleone, il Re di Roma.
Mio padre è in esilio a Sant'Elena. Non posso avere contatti con lui, non posso scrivergli, nè posso avere sue notizie. Tutti mi dicono che è il peggior nemico dell'Austria, però non capisco perché il nonno lo ha fatto sposare con mia madre.
Mia madre poi, Maria Luisa sembrava tanto innamorata e invece mi dicono che a Parma non si comporta da donna sposata.
Sono il figlio di Napoleone, ma è come se mio padre non esistesse. Magari fosse morto me ne farei una ragione, invece è vivo trattato come un criminale. Lui che era imperatore.
Sic transit gloria mundi suole dire mio nonno, ma a me sembra che che quando pronuncia il nome di mio padre un brivido gli passi per la schiena.
Sono il figlio di Napoleone, ma a nessuno importa. Mi dicono che non sono Francese che sono Austriaco.
Mi sento un orfano, un senza patria, uno che è nato per sbaglio. A volte mi chiedo , meglio essere il figlio di un mugnaio o di un esattore delle tasse che figlio di Napoleone.
Sono Duca, re di Roma, ma non vorrei essere niente, vorrei un padre, un padre normale, ma il destino non vuole.
Mi sto convincendo di sognare di non essere il figlio di Napoleone, in fondo vivo a Vienna in una reggia austriaca, allevato da maestri austriaci, studio la storia d'Austria, la Francia non so nemmeno se esiste, ma non posso fare  a meno di pensare a mio padre. Lui è là in mezzo all'oceano, prigioniero dell'Inghilterra attorniato da un nugolo di fedelissimi e mi chiedo perché io non sono con lui, perché non posso ascoltare la sua voce, accarezzare la sua pelle, sentire il calore di un suo abbraccio.
Sono il figlio di Napoleone.

Sprofondato nella neve

Nessuno può immaginare cosa sia un esercito di 600.000 uomini. 


Uomini, uomini, e ancora uomini dispersi su un territorio vastissimo, smisurato che nessun occhio umano avrebbe potuto percepire.
Francesi, Tedeschi, Austriaci, Italiani, Polacchi e anche altre razze a me sconosciute si mescolavano in un intruglio simile a una disgustosa brodaglia. 
A capo c'era lui Bonaparte che voleva andare a fare la guerra allo Zar di Russia.

Sono giorni che camminiamo, ma di Russi nemmeno l'ombra, forse Bonaparte si è sbagliato, questa non è la Russia, perché qui non c'è nessuno. Procediamo verso l'ignoto e mano a mano che andiamo avanti siamo sempre di meno, molti di noi hanno deciso di tornare indietro Napoleone in Russia ci vada da solo.
Solo i soldati francesi non si abbattono: loro pensano che Bonaparte sia un Dio.

Io vado avanti perché a casa non mi aspetta nessuno, perché mia moglie è andata via col padrone del vigneto e mi ha lasciato solo. In fondo non aveva torto sono 10 anni che seguo Bonaparte In Prussia, In italia, in Austria, in Spagna. Questa Russia però non mi piace.
Napoleone in Russia per me non ci arriverà mai!


Un viaggio nel passato

Parigi è l'alba del 14 luglio, l'anno è il 1789. 


E' una bella giornata di sole, ma l'atmosfera è elettrica come prima di un temporale. Il popolo ha fame, una carestia dietro l'altra, il prezzo del grano è salito alle stelle.
Eppure! Eppure a corte ci si diverte, un altro mondo quello del Re, ma soprattutto della Regina.
Maria Antonietta, l' "Austriaca", quando è giunta a Parigi aveva solo 14 anni, una bambina. Bella e affascinante, all'inizio timida poi sempre più sicura e sfrontata, tutti ambivano a un suo sguardo, alla sua benevolenza. Non aveva capito Maria Antonietta che tutto era effimero che le persone accanto a lei erano finte e finto era il mondo in cui viveva.

Un po' il Re si era dovuto piegare: erano stati convocati gli Stati Generali, ma chi era un privilegiato voleva restare tale e non capiva che concedere un poco avrebbe significato non perdere tutto.
Avidità niente altro che avidità.
Oggi è il 14 luglio 1789 non è più l'alba, il sole sorge alto; nei quartieri di Parigi monta la rivolta: i bambini si ammalano, gli adulti non sanno cosa fare. Allora?
Sento che oggi succederà qualcosa di epocale, c'è un albero vicino a me con la corteccia tenera, col mio temperino incido una data 14 luglio 1789. Il mondo non sarà più come prima

giovedì 19 settembre 2013

Non era il Cappellaio Matto

Era un sogno o un'allucinazione!


 Eppure quel bianco coniglio sembrava vero, io l'ho seguito, tanto non avevo nient'altro da fare, come sempre negli ultimi tempi.

L'ho seguito, immaginavo che si sarebbe infilato in una tana, avevo già letto qualcosa di simile. Invece no il coniglio scappa verso il bosco e io dietro. Mi viene quasi subito il fiatone e ho maledetto di non essere in forma. Poi l'animaletto si è fermato di botto, si è girato e mi ha guardato.
Mi sono sentito come un cretino: un coniglio era solo un coniglio, non era un personaggio di una fiaba. Ma che razza di sogno è mai questo dove succedono cose normali?

Cavolo almeno avessi incontrato un drago a tre teste o un cavaliere invisibile!


Nemmeno una dolce donzella da salvare!
Una schifezza di sogno o un sogno ben iniziato e subito finito.

Nemmeno in sogno riesco a finire quello che mi propongo.
E' una vera e propria maledizione.
E il coniglio? Per un pò ci siamo guardati e io ho immaginato che le cose potessero cambiare che il sogno sarebbe ripreso più bello che mai. Niente il coniglio se ne stava lì a fissarmi come un ebete.
All'improvviso uno sparo! Ilbianco coniglio diventa rosso. E' sangue che gli cola. Dopo un pò ecco che arriva un cacciatore trionfante.
Così si uccidono i sogni!
Mi sono consolato, però il cacciatore era il Cappellaio matto.